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Alla fine dell’inverno, nel mezzo del giorno, arrivò da Settentrione un viaggiatore. Portava con sé un grande bagaglio messo sulla schiena del suo asino e quando lo scaricò ai suoi piedi tutti videro che cosa conteneva. Dai bordi della coperta che lo avvolgeva spuntava un pezzo di legno che, a uno sguardo distratto, pareva qualcosa per fare musica. In quel paese perso tra i monti mai si era vista una cosa simile. Subito i primi curiosi si avvicinarono al viandante, dapprima senza parlare ma poi incoraggiati dallo sguardo aperto dello sconosciuto, gli parlarono, chiedendogli notizie dei suoi viaggi. Alle loro parole egli stette un po’ sulle sue, sorridendo fra sé e sé, infine rispose.
Nelle terre lontane su al Nord era costume che i più valenti dovessero viaggiare per dimostrare le loro abilità. Chi avesse portato nella capitale la conoscenza più preziosa trovata in viaggio sarebbe stato ammesso tra i Saggi. Aggiunse che era in quell’oggetto misterioso la conoscenza che tutti cercavano.